lunedì 22 aprile 2013

Il 40° anno del corridoio Vasariano


Il 7 aprile del 1973 viene aperto al pubblico, per la prima volta, il Corridoio Vasariano. Per festeggiare il quarantesimo anno della sua inaugurazione abbiamo deciso di rendergli omaggio, catapultandoci nel 1560.
Cosimo I de Medici
Quando ,Cosimo de Medici fece chiamare nel suo studio il Vasari, il suo architetto di fiducia, che stava finendo la costruzione della la galleria degli Uffizi, per chiedergli di progettare un passaggio che conducesse da Palazzo Pitti dove il Duca abitava, a Palazzo Vecchio, sede del Governo.


Cosimo con questa costruzione voleva unire in maniera ideale il governo della città alla famiglia de Medici, e metaforicamente parlando, il passare sopra le teste dei fiorentini significava confermare il sua potere assoluto e la sua ambizione di grandezza.
Le nozze tra il figlio Francesco e Giovanna d’Austria furono L’occasione per dare il via a questa nuova grande opera.
Ovviamente Cosimo aveva anche pensato al vantaggio di avere sempre una via di fuga a sua disposizione.
Giorgio Vasari
Vasari fece sua la richiesta dell’amato Duca e nonostante non fosse ancora conclusa la costruzione degli Uffizi, promise a Cosimo di realizzare il corridoio in tempi brevissimi.
 E ci riuscì!! Contro ogni possibili previsione finì il passaggio in soli cinque mesi, invece dei cinque anni che si pensava dovessero servire per completare l’opera.
Fu sempre il Vasari che  pensò di far sostituire le maleodoranti botteghe dei macellai, con quelle degli orafi, le stesse che possiamo vedere ancora oggi attraversando il Ponte Vecchio.

Soddisfatto, Cosimo percorreva il suo corridoio muovendosi indisturbato da un palazzo all’altro. Poteva passare sopra le vie più affollate di Firenze, fermarsi per una messa a Santa Felicita, controllare le attività delle botteghe “spiando” i suoi sudditi e godersi una delle viste più belle della sua città.
 
Percorso del Corridoio del Vasari
Ingresso del Corridoio
da palazzo Vecchio
Il Corridoio Vasariano ha l’ingresso da una delle sale del Palazzo della Signoria e “saltando” via della Ninna arriva alla Galleria degli Uffizi, nel punto in cui anticamente c’era la Chiesa di San Piero in Scheraggio, demolita durante i lavori.

Attraversa l’ultimo piano della Galleria, espressione dello splendore mediceo e lì una porta che dà su una rampa di scale conduce al Corridoio vero e proprio che percorre il Lungarno degli Archibugieri, creando il passaggio coperto, visitato oggi da turisti e fiorentini.
Il Corridoio Vasariano visto dall'alto, dagli Uffizzi verso
il ponte vecchio passando dal Lungarno degli Archibugieri
Il passaggio curva sul Ponte Vecchio, attraversa l’Arno, gira attorno alla Torre dei Mannelli, e “saltando” via De’Bardi entra nella torre degli Obriachi, sbuca poi in piazza Santa Felicita passando all’interno della Chiesa. Da qui riparte e attraversando il retro dei palazzi di via Guicciardini entra a Boboli da dietro la Grotta del Buontalenti per arrivare infine a Palazzo Pitti.


All’epoca di Cosimo de Medici il corridoio veniva usato solo come passaggio, ma nel 1866, quando Firenze diventò Capitale d’Italia, il Re Vittorio Emanuele II ne fece una galleria che poteva essere visitata dai notabili. Famosa è infatti la collezione di autoritratti di pittori illustri della storia fiorentina e d’Italia che vi si trova.
L'interno del Corridoio
Come usano raccontare le guide turistiche «Il Corridoio non è solo una galleria d’arte, ma è un simbolo della salvezza di Firenze, è un corridoio salvifico» poichè è scampato miracolosamente sia ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale sia all’alluvione del ’66.
Si narra che a salvare il ponte dalla bombe dei nazisti fu una visita del Führer l’anno precedente la Guerra. Sembra che Hitler sia rimasto talmente colpito dalla bellezza che offriva il Corridoio del Vasari che ordinò di risparmiarlo.
Inoltre sul finire del conflitto il Corridoio era l’unico mezzo per attraversare la città da Nord a Sud, e venne usato dai Partigiani per arrivare alle spalle del nemico, che controllava Firenze il lato Nord dell’Arno.

Arrivo del Corridoio del Vasari nella Grotta del Buontalenti a Palazzo Pitti

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