L’Amicizia di Giffi
Forando un
grumolo
di terra
smossa
sporse il
capino un lombrico
all’orlo di
una fossa.
Si stirò, si allungò
si inarcò a ponticello
si riunì ad anello
si dispose ad esse
e poi in verticale
come se volesse
spiare l’orizzonte
imitando in marinaio
di guardia sopra il ponte.
Da un
rametto messo a croce
spinse
nell’aria fresca
il più della
sua voce
dolendosi di
essere lombrico
solitario
nella terra
col buio e
il silenzio per amico.
Uno zoccolo di duro corno
battè la terra
schizzando zolle tutte intorno:
- “Chi sei tu, essere minuscolo?”
- “Sono Lombricoe tu così maiuscolo?”
- “Sono Giffi ovvero la Giraffa
Altissimo fra gli animali
perciò fatti coraggio e Sali.
Cambio per un minuto il tuo destino,
ti faccio vedere il sole
un po’ più da vicino.
Per la zampa
vai sul dorso
dove nasce
il collo-torre,
infine sulla
fronte
e di lì
spazia e corre
lo sguardo
su cose a te ignote
che non
t’immagini nemmeno
avvezzo come
sei all’umido terreno.”
- “Vorrei sfidare il sole
il rovente abbraccio
ma non ho uno straccio
di piume, peli o scaglie,
non sono fatto
per combattere battaglie.”
Dopo aver
preso
il sole la
giusta dose
con dolce
inchino Giffi
in terra lo
depose.
- “Incontrare te è stata una fortuna
in cambio ti darei
persino mezza luna”.
- “Ho il cuore pieno di letizia,
non devi nulla,
l’ho fatto sol per amicizia”.
Omaggio a Vito De Mola,
Nonno che scrive poesie per essere presente nella vita dei nipotini lontani.
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