Siamo ad Atlanta, nel 1886, con il farmacista statunitense
John Stith Pemberton.
È tarda serata e il calendario sulla parete segna il giorno
8 maggio, il farmacista sta ancora lavorando. Vuole trovare un rimedio per il
mal di testa dei suoi pazienti. Sta elaborando una variante del cosiddetto “Vino
di coca”, miscela che era composta da vino e foglie di coca. Pemberton decise
di sostituire l’alcol con noci di cola, ed eccola, improvvisamente il
farmacista aveva inventato la “Coca-Cola”.
Il colore verde del magico “Elisir” che veniva usato come
rimedio alla stanchezza però ancora non convinceva il farmacista. Per questo
motivo aggiunse il caramello, rendendo così la Coca-Cola di quel marroncino al
quale oggi siamo abituati.
Nonostante l’incredibile scoperta, il nostro caro Pemberton,
s’indebitò sino all’osso, e dovette vendere i diritti della bevanda all’ importante
uomo d’affari: Asa Candler.
Nel 1919 la nuova “The Coca-Cola
Company”, con sede a New-York cominciò a prendere piede sul mercato, divenendo
pian piano il colosso mondiale che è ora.
Durante gli anni la Coca-Cola and
Company s’imbatte in moltissimi problemi e divieti.
Primo tra tutti fu la proibizione
dell’utilizzo delle foglie di coca per la preparazione della bevanda, stesse
foglie che si utilizzano per l’estrazione della Cocaina.
La Coca-Cola allora si operò per
risolvere il problema: infatti importa dal Messico (dove la coltivazione della
pianta di Coca è legale) il fogliame. Nei laboratori chimici della Stepan
Chemical Company, i tecnici della narcotici, tramite un processo chimico
estraggono l’aroma privo di componenti
allucinogeni.
Questo estratto è il famoso “aroma
numero 7” o “7X”, il famosissimo ingrediente segreto della Coca-Cola.
Infatti la compagnia ha sempre
mantenuto il più alto riserbo sui componenti della sua bibita. Per motivi
legali, è costretta a segnalare gli ingredienti sull’etichetta, ma senza
specificare le dosi e ulteriori informazioni sul 7X. Quello che sappiamo per
certo è che gli ingredienti, col passare del tempo, hanno subito modifiche, per
star dietro alle nuove leggi e adeguarsi alla domanda della società.
Ma la Coca-Cola ha sempre
resistito ad ogni cambiamento ed è riuscita ad oltrepassare qualsiasi inghippo
legale, uscendone sempre a testa alta e dove necessario, creando nuove varianti
della bibita più amata, quali la “Coca-Cola light”, la “Coca-Cola senza
Caffeina” e la “Coca-Cola Zero”.
Il logo più famoso al mondo fu creato
con un acuto menefreghismo, infatti nel 1886, il contabile dell’azienda Frank
Mason Robinson, ritoccò appena la scritta utilizzando il carattere più in voga
negli Stati Uniti in quel periodo, lo “Spencerian Script”.
Circolano moltissime leggende
metropolitane. Per esempio una dice che se noi guardiamo il logo al contrario,
con uno specchio, si possa leggere in lingua araba la scritta “No a Maometto,
no alla Mecca, No alle Preghiere”. Ovviamente il tutto è falso, sono stati
fatti molti studi su questa vicenda, dimostrando che la notizia non può essere
veritiera, primo perché la scritta è stata formulata in latino e non in arabo,
e poi perché all’epoca della sua creazione, non ci si aspettava che la “Coca-Cola”
divenisse un marchio di fama mondiale, quindi è improbabile l’immissione di un
messaggio subliminare.
Una curiosità spesso associata
alla Coca-Cola è “il vestito di Santa Claus”, diventato da verde a rosso e
bianco, che sia stato utilizzato il caramello anche per il vestito di Babbo
Natale??
Fatto sta che si narra che solo
dopo gli anni ’30 Santa Claus si veste di bianco e rosso, quando venne usato
dall’azienda per pubblicizzare le sue nuove lattine, che cominciavano a
sostituire le inimitabili bottigliette, coperte da Copy Right.
Quindi, non ci resta che
ringraziare la buon anima del caro farmacista John Stith, che ci ha inventato
questa sublime bevanda… del resto “Che mondo sarebbe senza Coca-Cola”??!!!
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