Oggi ricorre il centenario della
pubblicazione dei Canti Orfici di Dino Campana…
Era il 1913 quando Campana si reca a Firenze presentandosi
nella redazione della rivista "Lacerba"
da Giovanni Papini e da Ardengo
Soffici, suo lontano parente, cui consegna il suo manoscritto dal
titolo "Il più lungo giorno".
Non viene preso in considerazione e il
manoscritto va perduto (sarà ritrovato solamente, dopo sessant'anni, nel 1971, dopo la morte di
Soffici, tra le sue carte nella casa di Poggio a
Caiano, probabilmente nello stesso posto in cui era stato
abbandonato e dimenticato).
Dopo qualche mese di attesa Campana scende da
Marradi a Firenze per riprendersi il suo manoscritto. Papini non lo ha più e lo manda da Soffici che nega di aver mai avuto il manoscritto. Il giovane,
la cui mente è già labile, si arrabbia e si dispera, poiché aveva consegnato,
fidandosi, l'unica copia che aveva realizzato.
Nell'inverno del 1914, convinto di non
poter più recuperare il manoscritto, Campana decide di riscrivere tutto
affidandosi alla memoria ed ai suoi appunti, in pochi giorni, lavorando anche
di notte e a costo di un enorme sforzo mentale, riesce a riscrivere il
canzoniere, sia pure con modifiche e aggiunte. Nella primavera del 1914, Campana riesce
finalmente a pubblicare a proprie spese la raccolta, con il titolo di "Canti
Orfici", riferimento alla figura mitologica di Orfeo, il primo dei
poeti-musicisti.
To be
continued…
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