giovedì 27 novembre 2014

Il Gigante chiamato Jimi Hendrix


Oggi sarebbe stato il compleanno di Jimi Hendrix, che poter dire di un personaggio cosi grandioso?
Beh innanzitutto che è stato uno dei maggiori innovatori della chitarra elettrica. Infatti durante la sua intensa e breve carriera è stato un pioniere delle sound che sarebbero diventate le future evoluzioni del Rock. 

Nasce nel 1942 come Johnny Allen Hendrix a Seattle dal padre James Allen “Al” Hendrix e la moglie Lucille Jeter, appena diciasettenne. Con molta propabilità il nome gli fu dato dalla madre in omaggio più importanti della sua vita, il marito e l’amante John Williams.
Fin dagli inizi il piccolo Jimi ebbe una vita travagliata. Durante la sua prima infanzia venne sballottato tra parenti e amici, perché il padre in servizio militare durante la seconda guerra mondiale lo lasciò alla madre la quale per via della giovane età era propensa a lasciare il bambino a casa per uscire a divertirsi.
Fino a quando presi dalle difficoltà economiche la nonna materna decise di affidare il piccoletto ad una coppia di amici, i Champ, che erano intenzionati ad adottarlo.
Ma nel novembre 1945 finalmente tornò il padre e recuperò il figlioletto cercando di salvare il matrimonio. 
L’11 settembre 1946 Al cambiò il nome al figlio, che divenne James Marshall Handrix, in onore del defunto zio di Jimi.

In questo breve periodo di quiete famigliare gli arrivarono due fratellini, Leon e Joseph, ma i gravi problemi economici che li costrinsero a trasferirsi in un povero quartiere periferico della città natale, e le continue liti famigliari, portarono i genitori a separarsi del tutto. La madre decise di andarsene e i figli, Jimi e Leon furono affidati al padre Al, mentre Joseph, il più piccino venne dato in affidamento.
La madre di tanto in tanto tornava a trovare i figli, ma questa discontinuità segnò per sempre la sua vita affettiva, creando grossi problemi nei rapporti umani ed affettivi della Rockstar.
I primi passi verso la musica del giovanissimo Hendrix furono faticosi. Jimi infatti cominciò a pizzicare la corda con il “filo sul muro”, per poi passare alla costruzione di un cordofono. Tutti metodi rudimentali, gli unici che però poteva permettersi. 
Il 2 febbraio 1958 le mancò la madre, che morì di cirrosi epatica. Dopo qualche tempo dalla perdita il padre Al regalò finalmente una chitarra vera a Jimi Hendrix, una chitarra che però era per destri ma lui era mancino. Tuttavia imparò velocemente a suonarla, rovesciandola, e questa abitudine caratterizzò tutta la sua carriera artistica.
Jimi cominciò suonando in piccoli pub in vari gruppi musicali, facendosi le ossa e pian piano carriera, sino a diventare il gigante conosciuto da tutti… E il resto è leggenda…


Muorì il 18 settembre 1970, ma le circostanze della morte sono ancora oggi sconosciute.
Il suo corpo è oggi conservato nella tomba di famiglia fatta erigere dal padre per il figlio al Greenwood Memorial Park di Renton, a sud della città natale. Sulla lapide insieme al nome venne fatta incidere la sagoma della Fender Stratocaster, quella che da sempre è riconosciuta come la sua chitarra simbolo.
Le esibizioni che sono rimaste nell’immaginario collettivo sono il suo esordio al Festival di Monterey nel 1967, durante il quale concluse la performance dando fuoco alla sua chitarra, davanti al pubblico sbigottito. E la chiusura del Festival di Woodstock del 1969 in cui reinterpretò l’Inno nazionale statunitense in modo provocatoriamente distorto e cacofonico, dandogli una dissacrante visionarietà artistica.



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