Oggi per la
prima volta è atterrato su di una cometa il lander Philae della sonda Rosetta. La
sonda è stata lanciata nello spazio dal razzo europeo Ariane 5 il 2 marzo 2004.
Ed è un progetto che ha dell’italiano...
Ebbene si, perché
è il centro ESA, situato in Germania è guidato dall’italiano Paolo Ferri che
riceve il primo segnale dalla sonda. Segnale che arriva alle 17e03 da 511 milioni di chilometri di distanza. Partito
alle 16e35 dalla cometa, ci ha messo 28 minuti e 34 secondi a raggiungere la
terra.
Ma l’Italia
non la troviamo solo nel volto di Ferri, ma anche in quello di Bruno Gardini,
Project Manager della missione Rosetta per l’ESA fin dall’inizio del progetto. Ma
non solo, la trivella che bucherà la cometa, per trovare gli elementi che
portano ai “mattoncini” della vita, è milanese. Costruita dalla Selex ES, di
cui progetto, che procede dal 1997, è guidato dalla professoressa Amalia Ercoli
Finzi, del Politecnico di Milano.
E ancora un
altro italiano, il responsabile della Finmeccanica-Selex Es, Piergiovanni
Magnani, ci spiega che il progetto ha molti anni, ma la realizzazione di una
trivella in grado di forare gli strati ghiacciosi e inesplorati di una cometa è
avvenuta solo in tre anni.
La sonda
Rosetta è stata assemblata a Torino e a bordo ci sono moltissime tecnologie
coordinate dall’Agenzia Spaziale Italiana.
Anche il
nome “Philae” del modulo di atterraggio ha provenienza italiana: è stato
assegnato da una ragazza milanese, Serena Vismara, dopo un concorso indetto
dall’ESA. E’ il nome dell’isola del Nilo, dove fu trovato l’obelisco con
iscrizione bilingue con I nomi di Cleopatra e Tolomeo in geroglifico. La sonda
principale “Rosetta” prende il suo nome dalla famosa Stele di Rosetta.
La sonda
europea andrà a caccia di importanti informazioni capaci di farci decifrare gli
enigmi e i segreti che le comete ci nascondono. Le comete, ci spiegano gli
scienziati, sono gli oggetti più primitivi del nostro sistema solare, e la loro
composizione non ha subito modificazioni rilevanti dal momento della loro
formazione e questo serve per comprendere meglio i segreti che ancora avvolgono
la nascita del nostro sistema solare.
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