Oggi, 13 ottobre, la storia dice che Filippo il Bello mandò ad
arrestare i Cavalieri Templari per giustiziarli. Il Galletto quindi oggi ha
deciso di fornirvi una “lista” dei porta sfortuna e di una descrizione di essi…
per forse far capire ai più superstiziosi che dietro ad un “MA…” c’è sempre un “PERO’…”
che spiega quella determinata cosa che vista con un doppio occhio può non
essere considerate sfortunata!!!!
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In vari paesi, soprattutto di tradizione anglosassone,
si dice che porti sfortuna il venerdì 13 (perché
venerdì è il giorno in cui fu crocifisso Gesù);
in altri il venerdì 17, o il martedì 13
(Spagna, Grecia, Sudamerica);
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L'associazione numerologica negativa del numero 13 si
attribuisce, promo perché si pensa che Gesù Cristo sia stato crocifisso di
venerdì 13, secondo perchè 13 erano i partecipanti nell'Ultima Cena,
da cui sarebbe scaturito la consuetudine di evitare banchetti di tredici
persone, pena la morte entro breve del tredicesimo invitato. Un'altra teoria
vuole invece che un venerdì 13 del 1307 Filippo il Bello diede ordine di
sterminare i cavalieri templari per impadronirsi delle
loro ricchezze.
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Nella Cabala il
numero 13 viene dai tempi antichi associato con la morte, al punto che appare
nella carta dei Tarocchi, raffigurante uno scheletro armato di falce, ma non
sempre interpretato come rischio di morte, ma solo come presagio di
cambiamenti.
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Anche riguardo all'origine dello sfortunato 17 sussistono
diverse ipotesi: una delle più famose riconduce la credenza al latino in
quanto il numero 17 si scrive XVII, che anagrammato diventa VIXI (ho vissuto, quindi "sono
morto"); altri sostengono risalga ad una delle più gravi sconfitte
dell'esercito: la battaglia della Foresta di Teutoburgo
nell'anno 9 d.C. in quella sfortunata occasione furono annientate tre intere
legioni (la XVII, la XVIII e la XIX), episodio che creò un enorme turbamento a
Roma e la cui eco rimase a lungo nel mondo romano. La sfortuna del 17 potrebbe
essere di origine biblica: nella Genesi (7,11)
è indicato che il Diluvio universale ebbe inizio il 17 del
2º mese nell'anno seicentesimo della vita di Noè.
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In Giappone, il quattro è
considerato un numero sfortunato per via del fatto che, benché si scriva
diversamente, il numero, che si pronuncia "shi", ha la medesima
pronuncia dell'ideogramma usato per rappresentare la morte (死).
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Si dice che rompere uno specchio porti sette anni di
disgrazie: già prima dell’invenzione dello specchio si riteneva che ogni
superficie riflettente fosse dotata di proprietà magiche. L’uomo preistorico
che vedeva la propria immagine riflessa nell’acqua di un lago o di uno stagno
poteva pensare che si trattasse di un altro sé stesso. Di conseguenza,
qualunque disturbo arrecato al riflesso poteva significare un pericolo per la
propria salute. La credenza si rinforzò con l’arrivo degli specchi: qui,
vedendo la propria immagine distorta e spezzata nei frammenti di uno specchio
rotto, diventava anche più facile credere a possibili conseguenze negative. Esisteva
infatti all’epoca una credenza secondo cui la vita si rinnoverebbe ogni sette
anni. Poiché uno specchio rotto significava che la salute era stata spezzata,
si concluse che sarebbero stati necessari sette anni prima di tornare sani come
prima. Inoltre lo specchio era un oggetto molto prezioso, pertanto la sua
rottura avrebbe comportato una grande spesa per poterlo sostituire. Fonti da
citare riporterebbero la notizia di sanzioni pecuniarie vigenti nella
Repubblica Veneziana, a carico del proprietario che lo rompeva, in quanto il
prezioso strato argenteo doveva venir recuperato ad opera delle fonderie.
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