Oggi, 27 gennaio è il giorno della memoria, che ci serve
per ricordare la Shoah.
Ma dov’è il ricordo oggi? È negli occhi di chi ha vissuto
quell’esperienza ed è tornato… è nello sguardo dei giovani che accompagnati a
visitare le vie della memoria capiscono gli avvenimenti dell’epoca.
“Mi chiamo Maria, ho 15anni e vivo a Milano. I miei
genitori sono sempre via per lavoro, e io sto a casa della nonna Assunta.

Entrando ho letto su tutto il muro la parola “INDIFFERENZA”
e subito mi sono chiesta cosa ci facesse lì quella scritta. La nonna aveva il
respiro pesante e continuava a deglutire, forse stavamo camminando troppo
veloce ed ho diminuito il passo senza chiederle niente.
Siamo arrivate davanti al “binario 21” dove si trovava un
vagone di legno per il trasporto degli animali, eravamo ferme, ma la nonna
aveva sempre la stessa espressione affaticata. Superato il binario ci siamo
trovate davanti a un muro dove venivano proiettati tantissimi nomi, quasi tutti
bianchi, ma di tanto in tanto né comparivano di colorati.
Tra i nomi ne vidi uno che mi era famigliare. Il nome
della mia nonna era scritto lì, in mezzo a tutti gli altri. Mi girai verso di
lei e vidi che piangeva. Il suo nome era l’unico colorato in mezzo ai nomi di
tutta la sua famiglia.
La nonna mi raccontò di essere salita su quel treno
quando aveva la mia età, stivata con la sua famiglia come animali portati al macello,
un viaggio lungo lungo, per giungere all’inferno.
Lei era tornata, non aveva mai raccontato niente, e oltre
alle poche parole che mi disse quel giorno, non raccontò mai più nulla.
Quel giorno, nei suoi occhi lessi il ricordo, e nei miei
si creò la memoria…”
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