Tratto dal Calendario filosofico
IL GALLETTO CANTERINO
mercoledì 24 febbraio 2016
domenica 7 febbraio 2016
San Valentino
STORIA DELLA FESTA DEGLI INNAMORATI
L'origine della festa degli innamorati rappresenta il tentativo della Chiesa Cattolica di porre fine ad un importante rituale pagano per la fertilità.
Fin dal quarto secolo a.C. i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito, al Dio Lupercus.
I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un'urna ed un bambino estraeva i nomi, opportunatamente rimescolati, creando coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinchè il rito della fertilità ed il Dio fossero onerati, rito che un anno più tardi si sarebbe celebrato nuovamente con la formazione di nuove coppie.
Gli antichi Padri della Chiesa, consideravano immortale questa vecchia pratica, pertanto cercarono un santo "Degli innamorati" che potesse andare a sostituire il libertino Lupercus.
Venne così trovato un candidato possibile in San Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima.
Il vescovo Valentino, fatto arrestare dall'Imperatore Claudio il Gotico per persuaderlo ad abiurare ed a ritornare al paganesimo, non solo rifiutò di rinuanciare alla sua fede, ma tentò di convertire Claudio al Cristianesimo, senza riuscirci dato che la leggenda sostiene che nel Febbraio del 273, il santo fu messo a morte.
La leggenda narra che San Valentino durante la prigionia in attesa dell'esecuzione, si innamorò della figlia cieca del guardiano.
Valentino con la forza della sua fede restituì miracolosamente la vista alla fanciulla e, al momento dell'addio, prima della lapidazione e della successiva decapitazione sulla via Flaminia, le lasciò un messaggio d'addio, firmandosi "Dal vostro Valentino.." frase che sopravvisse al suo autore.
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L'origine della festa degli innamorati rappresenta il tentativo della Chiesa Cattolica di porre fine ad un importante rituale pagano per la fertilità.
Fin dal quarto secolo a.C. i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito, al Dio Lupercus.
I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un'urna ed un bambino estraeva i nomi, opportunatamente rimescolati, creando coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinchè il rito della fertilità ed il Dio fossero onerati, rito che un anno più tardi si sarebbe celebrato nuovamente con la formazione di nuove coppie.
Gli antichi Padri della Chiesa, consideravano immortale questa vecchia pratica, pertanto cercarono un santo "Degli innamorati" che potesse andare a sostituire il libertino Lupercus.
Venne così trovato un candidato possibile in San Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima.
Il vescovo Valentino, fatto arrestare dall'Imperatore Claudio il Gotico per persuaderlo ad abiurare ed a ritornare al paganesimo, non solo rifiutò di rinuanciare alla sua fede, ma tentò di convertire Claudio al Cristianesimo, senza riuscirci dato che la leggenda sostiene che nel Febbraio del 273, il santo fu messo a morte.
La leggenda narra che San Valentino durante la prigionia in attesa dell'esecuzione, si innamorò della figlia cieca del guardiano.
Valentino con la forza della sua fede restituì miracolosamente la vista alla fanciulla e, al momento dell'addio, prima della lapidazione e della successiva decapitazione sulla via Flaminia, le lasciò un messaggio d'addio, firmandosi "Dal vostro Valentino.." frase che sopravvisse al suo autore.
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sabato 7 novembre 2015
IO AIUTO IL MAYER... FALLO ANCHE TU!!!!!
SUPPORTO AL PROGETTO DI RICERCA SUL TEST PRECOCE PER LA DIAGNOSI PRENATALE DEL DIFETTO DI ADENOSINA DIAMINASI (A.D.A.)
Il progetto Help the Chidren Florence con il patrocinio della Fondazione dell'Ospedale Pediatrico Meyer sostiene la ricerca della professoressa Chiara Azzari, primario al Meyer e docente presso l’Università di Firenze, per aiutare i bambini in Italia e nel mondo intero. La ricerca molecolare svilluppata dal suo gruppo offre la possibilità di diagnosi immediata di immunodeficienze congenite e malattie infettive ed ha ottenuto premi e riconoscimenti Tutte le donazioni e il ricavato proveniente dalla vendita delle T.shert saranno interamente devoluti all’acquisto delle attrezzature necessarie ad effettuare gli esami sui bambini seguiti presso l’Ospedale Meyer e presso ospedali in Africa
Sponsor & Partner
HARDING UNIVERSITY IN FLORENCE - Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze
Comune di Scandicci - Comune di Firenze - Tuscan American Association ONLUS – The Club House - Fondazione Mita - Syracuse University - Harding University - Kent State University - California State University - International Studies Institute - Fairfield University - Middlebury College - Richmond College - CAPA - Georgetown University – Florentin Association for Cultural Exchange - InfoWeb di Paolo Bianchi - La Scuola Biblica di Firenze - La Chiesa di Cristo di Firenze
le magliette
“HELP THE CHILDREN”
le trovi da noi !!!!
“HELP THE CHILDREN”
le trovi da noi !!!!
giovedì 16 luglio 2015
Liliana Poli: Addio grande soprano!!!!
Vogliamo rendere omaggio ad una grande Donna che in questi giorni ci ha lasciati per salire al cielo e deliziare gli Angeli con la sua stupenda voce.
per farlo vogliamo riprendere alcune parole da noi pubblicate quando ha ricevuto il Premio Donna dell'Anno.
"Vogliamo rendere omaggio a Liliana Poli, nostra affezionata cliente, la quale per la festa della donna ha ricevuto il premio di "Donna dell'Anno" dal comune di Scandicci.
Soprano fiorentino e cittadina di Scandicci, è un personaggio "Storico" per la sua lunga e particolare carriera. La Poli, per tecnica vocale perfetta, si è perfezionata nel genere concertistico e nell'interpretazione della musica del 900 e molti compositori, hanno a lei dedicato alcuni lavori. Oltre alla Scala, è stata presente nei maggiori Teatri europei. Attualmente è considerata un'insegnante di tecnica vocale di altissimo livello."
per farlo vogliamo riprendere alcune parole da noi pubblicate quando ha ricevuto il Premio Donna dell'Anno.
"Vogliamo rendere omaggio a Liliana Poli, nostra affezionata cliente, la quale per la festa della donna ha ricevuto il premio di "Donna dell'Anno" dal comune di Scandicci.
Soprano fiorentino e cittadina di Scandicci, è un personaggio "Storico" per la sua lunga e particolare carriera. La Poli, per tecnica vocale perfetta, si è perfezionata nel genere concertistico e nell'interpretazione della musica del 900 e molti compositori, hanno a lei dedicato alcuni lavori. Oltre alla Scala, è stata presente nei maggiori Teatri europei. Attualmente è considerata un'insegnante di tecnica vocale di altissimo livello."
Ciao Liliana grazie per averci lasciato la tua musica...
sabato 13 giugno 2015
Leggiamo insieme
Anni Giovani di Natale Scarpelli
I primi tre —quattro anni della mia residenza in Australia formano un ciclo assai ben concluso e
felice nella mia vita, nonostante le mie — come definirle — condizioni economiche non agiate e le
strane occupazioni a cui dovetti adattarmi. Furono anni di gioventu, incommensurabili e pieni di
vicende. Posso dire non averli sprecati. In quegli anni conobbi un altro mondo e in modo speciale
Sydney nei suoi molti aspetti, dai piu bassi ai piu alti. Fui disoccupato — per tempi molto brevi —,
intento allo studio e dedito ai piu sbrigliati divertimenti. Passavo da una condizione all’a1tra
sentendo che tutto era provvisorio e guardavo il mondo come si guarda il paesaggio in ferrovia: e
cosi veloce che non si riesce ad assimilare quasi nulla. Non era possibile umiliarmi in quel tempo.
Ero stato umiliato troppo negli anni precedenti in Italia
Andavo per la mia via e non era facile influire sul mio destino. Io fui la delusione a tutte le persone
care e a me vicine ma, non avendo fretta di arrivare "forse a niente", non sapendo neppure io
dov’era la mia meta, la mia mente ordiva qualcosa che cercavo in quel grande paese, in vari luoghi
dispersi in quel territorio.
In quel periodo cominciarono i miei primi scritti poetici, per quel poco che io ho scritto, di quel
periodo ho ritrovato una poesia intitolata: — A Pope e ai suoi monti.
Di tutto cio che posso aver scritto in quel guazzabuglio di fogli "poetici e filosotici" rimangono le
lettere scritte ai miei familiari e conservate da mia Madre con cura: si tratta di pensieri molto legati
all’affetto e alle preoccupazioni misere lasciate in Italia.
Ho pensato tante volte alle famiglie di tutti quegli emigranti, perché anche per loro,le
preoccupazioni imperavano, si leggevano negli occhi. E’ una materia scottantissima, ma va bene
cosi, in fondo era stata una scelta quasi forzata ( gli anni cruciali dopo la seconda guerra mondiale ).
Ho gustato per lunghi periodi, in paesi lontani dalle citta, in luoghi sperduti, tutti i piaceri e gli
svantaggi di una tale vita, pur essendo il perfetto contrario di quel che si dice un"vicino di casa".
Sono passato in mezzo a piccolissimi, sperduti, isolati casolari e ovunque c’erano famiglie. Io, come
uno straniero, un pellegrino o, se volete, un vagabondo, lasciando pero sui miei passi, se l’amor
proprio non mi inganna, quasi sempre dei buoni ricordi.
Per un certo periodo di tempo, abitavo a Sydney e cambiai varie volte la camera ch’io avevo in
affitto.
Una sola delle mie ( poche padrone di casa) potrebbe raccontaivi, se fosse ancora in questo mondo,
un episodio che non torna a mio onore. Ero allora molto giovane, stavo a Sydney da poco tempo, e
abitavo nelle vicinanze della stazione centrale, presso una Signora di origine Irlandese, vedova e
con una tiglia. Dormivo in una cameretta che riceveva luce e anche l’odore della cucina. La giovane
iiglia poeta, usava rincasare molto tardi, si tratteneva spesso in cucina, prima d’andare a letto, per
here qualcosa. Girando l’interruttore della luce elettrica illuminava anche la mia camera.
Essendo io non ancora addomientato aprivo gli occhi, e mentre lei beveva qualcosa, mi perdevo a
immaginare le sue serate, le sue serate splendide di quella bella citta — Sydney -.
Eppure, avrei dovuto capire che la sua vita di poeta non era cosi felice come io fantasticavo, avrei
dovuto accorgermi, della sua faccia terrea,che ella era condannata da un male (cosi si diceva allora)
che non aveva scampo. Dopo due o tre settimane del mio ingresso in quella casa, con i primi giorni
della primavera, la nota poeta, alla quale non mi legavano che le mie ingenue fantasticherie, si
alletto per non piu rialzarsi.
Io pensavo con terrore e anche ribrezzo alla eventualita che la madre dell’infelice mettesse nel mio
letto le lenzuola della figlia, ch’io le consideravo infette.
Davanti a quella brutta avventura che m’era capitata si ridestava in me un antico, infantile orrore
verso certe forme di malattia. Ero ancora fresco di campagna dalla quale io provenivo. Credo ch’io
debba essere perdonato per quel che ho detto e che diro in seguito.
La gioventu é spesso egoista e crudele senza saperlo, ignora tutto. Io non avevo allora altro bene
che la salute e la difendevo irrigidendomi di fronte al male, con la incoscienza propria di quella eta.
Tuttavia, mai mi brillo l’idea di cambiare casa.
Il resto del racconto sarà in rete il prossimo mese...
I primi tre —quattro anni della mia residenza in Australia formano un ciclo assai ben concluso e
felice nella mia vita, nonostante le mie — come definirle — condizioni economiche non agiate e le
strane occupazioni a cui dovetti adattarmi. Furono anni di gioventu, incommensurabili e pieni di
vicende. Posso dire non averli sprecati. In quegli anni conobbi un altro mondo e in modo speciale
Sydney nei suoi molti aspetti, dai piu bassi ai piu alti. Fui disoccupato — per tempi molto brevi —,
intento allo studio e dedito ai piu sbrigliati divertimenti. Passavo da una condizione all’a1tra
sentendo che tutto era provvisorio e guardavo il mondo come si guarda il paesaggio in ferrovia: e
cosi veloce che non si riesce ad assimilare quasi nulla. Non era possibile umiliarmi in quel tempo.
Ero stato umiliato troppo negli anni precedenti in Italia
Andavo per la mia via e non era facile influire sul mio destino. Io fui la delusione a tutte le persone
care e a me vicine ma, non avendo fretta di arrivare "forse a niente", non sapendo neppure io
dov’era la mia meta, la mia mente ordiva qualcosa che cercavo in quel grande paese, in vari luoghi
dispersi in quel territorio.
In quel periodo cominciarono i miei primi scritti poetici, per quel poco che io ho scritto, di quel
periodo ho ritrovato una poesia intitolata: — A Pope e ai suoi monti.
Di tutto cio che posso aver scritto in quel guazzabuglio di fogli "poetici e filosotici" rimangono le
lettere scritte ai miei familiari e conservate da mia Madre con cura: si tratta di pensieri molto legati
all’affetto e alle preoccupazioni misere lasciate in Italia.
Ho pensato tante volte alle famiglie di tutti quegli emigranti, perché anche per loro,le
preoccupazioni imperavano, si leggevano negli occhi. E’ una materia scottantissima, ma va bene
cosi, in fondo era stata una scelta quasi forzata ( gli anni cruciali dopo la seconda guerra mondiale ).
Ho gustato per lunghi periodi, in paesi lontani dalle citta, in luoghi sperduti, tutti i piaceri e gli
svantaggi di una tale vita, pur essendo il perfetto contrario di quel che si dice un"vicino di casa".
Sono passato in mezzo a piccolissimi, sperduti, isolati casolari e ovunque c’erano famiglie. Io, come
uno straniero, un pellegrino o, se volete, un vagabondo, lasciando pero sui miei passi, se l’amor
proprio non mi inganna, quasi sempre dei buoni ricordi.
Per un certo periodo di tempo, abitavo a Sydney e cambiai varie volte la camera ch’io avevo in
affitto.
Una sola delle mie ( poche padrone di casa) potrebbe raccontaivi, se fosse ancora in questo mondo,
un episodio che non torna a mio onore. Ero allora molto giovane, stavo a Sydney da poco tempo, e
abitavo nelle vicinanze della stazione centrale, presso una Signora di origine Irlandese, vedova e
con una tiglia. Dormivo in una cameretta che riceveva luce e anche l’odore della cucina. La giovane
iiglia poeta, usava rincasare molto tardi, si tratteneva spesso in cucina, prima d’andare a letto, per
here qualcosa. Girando l’interruttore della luce elettrica illuminava anche la mia camera.
Essendo io non ancora addomientato aprivo gli occhi, e mentre lei beveva qualcosa, mi perdevo a
immaginare le sue serate, le sue serate splendide di quella bella citta — Sydney -.
Eppure, avrei dovuto capire che la sua vita di poeta non era cosi felice come io fantasticavo, avrei
dovuto accorgermi, della sua faccia terrea,che ella era condannata da un male (cosi si diceva allora)
che non aveva scampo. Dopo due o tre settimane del mio ingresso in quella casa, con i primi giorni
della primavera, la nota poeta, alla quale non mi legavano che le mie ingenue fantasticherie, si
alletto per non piu rialzarsi.
Io pensavo con terrore e anche ribrezzo alla eventualita che la madre dell’infelice mettesse nel mio
letto le lenzuola della figlia, ch’io le consideravo infette.
Davanti a quella brutta avventura che m’era capitata si ridestava in me un antico, infantile orrore
verso certe forme di malattia. Ero ancora fresco di campagna dalla quale io provenivo. Credo ch’io
debba essere perdonato per quel che ho detto e che diro in seguito.
La gioventu é spesso egoista e crudele senza saperlo, ignora tutto. Io non avevo allora altro bene
che la salute e la difendevo irrigidendomi di fronte al male, con la incoscienza propria di quella eta.
Tuttavia, mai mi brillo l’idea di cambiare casa.
Il resto del racconto sarà in rete il prossimo mese...
mercoledì 18 marzo 2015
Mostra Antologica “L’Arte in Trattoria” : Cooperativa la Tinaia
Trentanni di arte e di cucina, dopo Placido Scandurra hanno esposto con noi quasi trentanni fà:
Cooperativa
“La Tinaia”, era un
Centro di Attività Espressive, aperto nel 1975 all’interno del ex Ospedale
Psichiatrico San Salvi a Firenze. La Tinaia offriva al paziente la possibilità
di trovare un mezzo di espressione di sé
stessi attraverso l’arte terapia, creando “pezzi Unici” di Pittura, Scultura e
Ceramica. I ragazzi della Tinaia hanno esposto da noi il 18 luglio del 1988 al
Galluzzo.
Elenco delle opere:
- Lupi 35x40 olio su tela
- S. Spirito 40x30 olio su cartone
- Incubo - 80x80 olio su tela
- Immagini infernali - 50x70 olio su cartone
Lupi |
S. Spirito |
Incubo |
Immagini Infernali |
mercoledì 25 febbraio 2015
Mostra Antologica “L’Arte in Trattoria” : Placido Scandurra
Trentanni di arte e di cucina, il sesto artista ad aver esposto con noi trentanni fà è:
Placido
Scandurra, Siciliano
del 1947, studia pittura e restauro e questa sua abilità lo porta a Roma
all’Istituto Centrale di Restauro e all’Accademia di Belle Arti. Dai viaggi in
Oriente sviluppa gli "archetipi" ossia "forme primordiali
totemiche”. Placido espone da noi l’11 aprile 1988, al
Galluzzo.
Elenco delle opere:
- L’archetipo 50x70 incisione ritoccata a tempera
Archetipo |
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